sabato 26 novembre 2011

Il rientro: Come Sail Away & Train

http://www.youtube.com/watch?v=sm-Vh3j8sys
http://www.youtube.com/watch?v=fB8w4h1_na8

Il rientro... Lungo assai: partenza alle 23 da Durazzo, arrivo ore 8:15 a Bari (dormita colossale).
A Bari subito in stazione: non esistono treni per Verona con trasporto bici, se non con quindicimila cambi con treni regionali. E allora vai in un negozio di bici a spendere 45 euro per una sacca maledetta (che mi servirà in futuro almeno) e via con il treno delle 11:15, dopo una rapida visita a Bari (memorabile la Puccia con cotoletta ad 1 euro, il caffè a 60 centesimi e tre palline di gelato con panna a 2 euro). In cabina un albanese, ovviamente! Lunghissimo il viaggio fino a Bologna, reso più allegro con l'entrata in cabina di una simpatica leccese in partenza per il Senegal. A Bologna cambio per Verona, e sul treno faccio il meccanico, rimontando la bicicletta in un microclima subsahariano (ma perchè tenere il riscaldamento a 30 gradi? Per i nostalgici delle Maldive?). Arrivo a Verona ore 21. Il viaggio è finito, saluto rapido ai ragazzi della Ronda e poi casa. Ed anche questa è finita! Ma siamo già a organizzare il prossimo viaggio! Dove??? Si accettano suggerimenti! Bye bye



(ps: scrivere questo blog è stata una sofferenza inaudita! l'ho fatto solo per voi fan ed ammiratrici!)

18a Tappa: The end of the road

Valona - Durazzo
Distanza: 115 km
Durata: 5 ore e 9 minuti
Media: 22,3

http://www.youtube.com/watch?v=nttU4KbcC-A

The end of the road, l'ultima tappa. Un po' felice, perchè le gambe sono stanche, ma anche triste, perchè un altro viaggio sta per terminare. La giornata comincia come il viaggio era iniziato, con la pioggia. Ma ormai non me ne importa niente, davanti a me c'è solo pianura, e dovrò fare attenzione solo ai tacchini che attraversano la strada e ai camion che mi passano vicini in autostrada. In parte vero, perchè l'inizio tappa è collinoso (e che palle!), ma solo per qualche km, e ovviamente il manto stradale è abbastanza penoso, ma non importa, sono alla fine e vedo il traguardo a poche decine di km! Le mie gambe non girano, la tappa del giorno mi ha proprio sfiancato, e non mi fermo neanche a vedere le rovine di Apollonia, troppo rischio pioggia, e 20 km in più non li faccio... E così, pian pianino, arrivo a Durazzo, l'arrivo. Ho ancora un po' di lek da spendere, e nelle tre ore che mi dividono dall'incontro con il mio couchsufer mi fiondo in pasticcerie, fast food e panifici (dopo aver visitato il piccolo centro storico, dotato di un notevole teatro romano, un po' lasciato al degrado). Al porto mi informo, e la prima nave per l'Italia è alle 23: aggiudicata! Mi dispiace per il mio couchsurfer, ma non potrà avere l'onore di ospitarmi questa notte! Nonostante ciò, mi faccio una bella doccia a casa sua, chiacchiero un po' (c'è anche una couchsurfer olandese) e facciamo una piccola jam sassion blues, lui alla chitarra e io... alla batteria! Ahahah, che roba, una vergogna per tutti i batteristi! Suonare tre canzoni è stato assai sfiancante, non ci sono proprio abituato a stare su questo strumento infernale eheh... Nell'attesa della nave mi do nuovamente al cibo (modello criceto, con le guance piene di alimenti di vario genere). Ore 23, assicuro la bicicletta alle sbarre della nave dell'Abanian Ferry e partenza per l'Italia! Au revoir Albania! Ci rivediamo quando farà più caldo!

Appunti di viaggio sull'Albania:
- ci sono tantissimi tacchini;
- ma ci sono anche tante capre e pecore;
- le strade fanno schifo, anche se le principali le stanno ricostruendo;
- c'è molta pianura, diversamente da quanto pensavo;
- la gente è molto ospitale e cerca sempre di aiutarti;
- ci sono un sacco di bar (veramente tanti!), pasticcerie (e tutte deliziose), gommisti (posso capire perchè) e posti dove lavano le macchine (anche questo lo posso capire);
- le ragazze più belle sono a Shkoder.

17a Tappa: Mountains

Saranda - Valona
Distanza: 127 km
Durata: 6 ore e 33 minuti
Media: 19,4

http://www.youtube.com/watch?v=qL1xDNrYTSo

Eccola la tappa più temuta, la tappa con La Montagna. Beh, in fin dei conti non è che sia una montagna così alta, il passo Llogara è a 1050 metri (tipo Velo), ma considerando tutti i km macinati nelle due settimane precedenti prevedevo una certa difficoltà nell'affrontarla. E così in effetti è stato. Dopo la pioggia del giorno precedente ero assai preoccupato per la tappa odierna, ma il Dio della pioggia mi ha graziato con una giornata nuvolosa ma non umida, e anzi abbastanza calda. Da Saranda alla Montagna però la vita non è semplice, è tutto un saliscendi. E non sono le collinette della costa croata (anche quelle comunque abbastanza rompiballe), ma veri e propri muri di 500 metri, con pendenze che sono arrivate anche ad avvicinarsi al 15% (beh, sui cartelli c'era scritto 10%, ma in Albania esiste solo quel cartello, anche quando è 6% lo mettono, ma quando è un 15% putroppo lo riconosco). E non una sola salita, ma tre-quattro! Il problema è che ogni volta che arrivavo alla cima della collina mi dicevo "beh, ho fatto 400-500 metri di salita, ora per la montagna me ne rimangono altri 600 e basta!". E invece no! Perchè la discesa mi riportava ogni volta sulla costa... Uff che fatica, ma bisognava andare avanti... Mi sono fermato anche a mangiare la pasta che mi ero preparato il giorno prima, si sa mai che il carburante carboidratico dia più forza (tra l'altro, l'ho magiata in maniera proprio suina: non avendo forchetta e tapper, l'avevo buttata tutta in un sacchetto - tipo spazzatura - e la mangiavo mettendo la faccia dentro, viva l'eleganza!). La fatica comunque era ripagata dal bel panorama, la costa vista dall'alto è proprio bella, peccato solo per la giornata un nuvolosa, con il sole dev'essere stupenda! Dopo qualche km arrivo al paese prima della montagna, e chi incrocio in macchina? Il francese, Francois, che avevo incontrato in Croazia, che si faceva il viaggio a piedi ed autostop fino a Gerusalemme, ahahah! E la Montagna apparve: la visione della strada che la tagliava, pochi tornanti e strada dritta, vegetazione pressochè inesistente ed un vento che in zona sembrava più forte non era per niente rassicurante. Arrivare al passo è stata un'agonia, avanzavo ad una media dei 10 all'ora, senza alcun tratto che potesse regalarmi un po' di respiro, salita costante ed assassina, che magari in condizioni normali avrei affrontato anche senza troppi problemi, ma con 2000 km sulle gambe, le montagne precedenti ed un carico sulla bici la questione non era delle più semplici. Ma pian piano, di nervo e di metallo (solo una bella carica di heavy metal nell'mp3 poteva appoggiarmi!) sono arrivato alla cima, super ventosa, ma dalla quale si vedeva un buon tratto di costa albanese (peccato sempre per le nuvole). Giusto il tempo per rifocillarsi con una cioccolata calda (slurp!) e giù in discesa per Valona! Beh, dall'altra parte la montagna è totalemente diversa! Piena di alberi, di curve, di bar e ristoranti! Ma che cavolo, dalla mia parte era brulla e non c'era un tubo! Però c'era molto più vento, dovevo stare attento a scendere velocemente, e in più c'erano i cani che mi seguivano! Maledetti!!!! E, ovviamente, alla fine della discesa, ho bucato. Cioè, nell'unica tappa dove ho trovato una strada decente, ho bucato, e nelle altre niente! Vabbè, rapida sostituzione della camera d'aria e via, verso Valona, più veloce dell'oscurità. Arrivato stanco, mi sono diretto verso l'hotel consigliato dagli svizzeri il giorno precedente: una doccia bollente di mezz'ora e un'ora stravaccato sul letto a guardare la TV albanese mi hanno ridato le forze per visitare Valona, che a parte un centro dotato di una certa vita, non ha molto da offrire (mmm deliziosi i pani calzoni e i dolcetti in pasticceria!). A letto presto, l'ultima tappa è ormai vicina! Hasta pronto!

16a Tappa: Sounds of the sea

Gjirokaster - Saranda
Distanza: 60 km
Durata: 2 ore e 47 minuti
Media: 21,4

http://www.youtube.com/watch?v=-yki_mJnzBM

Il mare! Finalmente lo rivedo! Ciò significa che se vedo il mare non mi posso perdere tra i monti... e se c'è il mare significa anche che il viaggio volge al termine. Tappa breve, solo 60 km, ma non esente da difficoltà. Innanziututto, la giornata comincia male, con la strada bagnata e il cielo grigio: pericolo pioggia! Finchè è bello allora è meglio partire, quindi dopo la super colazione e aver salutato Lorenzo e Sebastian, affronto la discesa da Gjirokaster vecchia fino alla valle, dove per una vcentina di km trovo solo una bella strada pianeggiante. I problemi arrivano alla svolta per Saranda, con una bella collina di 500 metri da affrontare: salita regolare e non troppo lunga, montagne brulle che mi circondano e poche macchine per strada, solo i soliti bunker che mi osservano minacciosi. Dopo la salita ovviamente arriva la discesa (ma va?) che mi porta al primo stop verso l'Occhio Blu, una pozza d'acqua cristallina che a fine novembre non appare molto affascinante: l'acqua è sì pulita, ma immagino che con il caldo dell'estate, un cocktail in mano e qualche bella ragazza che si tuffa nel laghetto l'atomosfera dev'essere assai diversa. Ancora qualche saliscendi ed ecco che arrivo ben presto a Saranda, un ammasso di palazzoni stile Rimini, che d'estate saranno strapieni, ma che adesso appaiono proprio abbandonati. L'ostello di Saranda è proprio bello, una casa con i muri pieni di scritte e dediche per Tommi, il mitico proprietario. In teoria avrei dovuto raggiungere il sito archeologico di Butrinti in bicicletta, ma il tempo non pareva proprio dei migliori, e allora perchè rischiare di fare 40 km sotto la pioggia?? Ed infatti, dopo aver raggiunto il sito in autobus (e aver lasciato la bici in ostello), ecco la pioggia che comincia a rallegrare la mia visita: wow, non chiedevo di meglio. Tra le rovine romane (che poggiano su una struttura greca) e veneziane trovo nuovamente la simpatica coppia australiana che avevo conosciuto a Berat e incontrato al castello di Gjirokaster: ovviamente, anche l'ostello di Saranda era lo stesso, e li avrei reincontrati la sera! Le rovine sono proprio belle, anche perchè sono abbastanza alla Indiana Jones, non belle pulite come quelle italiane, qua è lasciato tutto in balia della vegetazione. Dopo qualche litro di acqua ad inzupparmi il vestito, mi rifugio nell'unico bar del luogo per aspettare il bus, ed ovviamente gli australiani erano li (mi perseguitano? li perseguito io?), e allora cicola e ciacola torniamo assieme in ostello. E' il compleanno di Nick, il ragazzo, e quindi non posso non regalargli qualche palloncino, che attirano anche l'attenzione dei ciclisti svizzeri che stanno alloggiando nello stesso ostello (e che faranno il giro del mondo, più o meno). Serata terminata davanti ad una birretta in un bar e la partita Napoli - Manchester City, che bello vedere gli albanesi tifare Napoli ahahah! Hasta pronto!

martedì 22 novembre 2011

Il riposo

http://www.youtube.com/watch?v=1y0xo1ogJl8
Beh, una canzone dovevo metterla no? Questa va alla grande oggi...
La giornata di riposo proprio ci stava, che stanchezza! Gjirokaster è tutta su e giù, un millllione di scalini e collinette, e per le prime ore a camminare sembravo un vecchio. La città è veramente carina, con case in stile ottomano (ma più belle di Berat) e un castello (anch'esso più bello di quello di Berat), e me la sono proprio assaporata con calma, facendo il turista ozioso, bevendomi il caffè con il mitico vecchietto del luogo e trascinandomi piano piano fino alla collinetta panoramica. In serata è poi arrivato Lorenzo, che viaggiava verso sud, così abbiamo condiviso la stanza nel B & B, tra l'altro molto carino (soprattutto perchè potevamo farci tutti i te e caffè che volevamo). Serata passata in compagnia anche di Sebastian, un ciclista svizzero che andava verso sud, con il quale ci siamo permessi il lusso di un ristorante (beh, lusso...), oggi potevo fare il lord! Domani si riprende a pedalare, Saranda mi aspetta! Bye!

15a Tappa: Country roads

Berat - Gjirokaster
Distanza: 146 km
Durata: 6 ore e 47
Media: 21,6

http://www.youtube.com/watch?v=oN86d0CdgHQ

Ghe n'ho i cojoni pieni de sti busiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! Ma porco cane! Basta! BASTAAAAAAA! Le country roads albanesi sono peggio dell'emmental, peggio del braccio di un eroinomane! Allora, già parto con l'idea che dovrò farmi 150 km, se poi la strada mi si presenta così divento matto. Allora, i primi km sono anche carini, sono gli ultimi che avevo fatto il giorno prima, e incredibilemente il deragliatore si è messo a posto da solo (o i folletti dei boschi di Berat hanno fatto il loro lavoro), ma il tratto che va da Poshnje a Patos è una montagna russa, un percorso di guerra, tra paesi bloccati dal mercato dei tacchini, alle pecore che mi attraversano la strada, i maledetti autisti che mi suonano da dietro perchè vogliono passare, e le voragini che si aprono nel suolo, alle quali si aggiungono delle piccole puntarette che spezzano un ritmo di per se già spezzato. La prima ora e mezza passa tutta così, ma poi rientrando nella strada principale la situazione migliora, anche se non è che la strada sia bella, anzi. Passano i km ed arrivo a Ballsh: tempo per rifornire la borraccia di acqua! I gentili albanesi mi accolgono bene e mi invitano al tavolo a bere Raki, e vabbè non si può dire di no! Tra l'altro era buonissimo, ma poi quando vedono che apprezzome me ne vogliono offire ancora, eh no, meglio di no, sennò poi come pedalo?? Comunque il Raki mi deve aver dato qualche miracolosa forza, perchè poi non ho avuto fame se non alle tre e mezza (normalmente a mezzogiorno già muoio di fame). Da Ballsh la strada putroppo comincia a salire e scendere, sembra di essere ritornati in Croazia, però almeno la fatica è ricompensata da dei bei paesaggi: tra l'altro in zona ci deve essere del petrolio, ci sono un sacco di torrette per l'estrazione, anche se quasi tutte non lavoravano. Dopo venti km di saliscendi comincia l'incubo. Lo sterrato. Le strade dissestate, in costruzione. Se mi ero lamentato delle strade della prima parte di viaggio è perchè non sapevo a cosa andavo incontro. Praticamente stanno facendo una nuova strada, una bella strada, che unirà il sud con il nord, roba seria, ben fatta, però è bella a tratti, si alternano 3 km di strada asfaltata e liscia ad altri 3 di sterrato, con pietre e ghiaia che mi facevano andare avanti al ritmo di una tartaruga zoppa, roba che non potevo godermi neanche le discese. Terribile, non finiva più... Il peggio è tra Memaliaj e Tepelene, sette km fatti in 40 minuti: nonostante ciò, ho apprezzato i monti che facevano da cornice, almeno me li sono goduti lentamente. Da Tepelene in poi però è il paradiso, la valle si allarga e la strada è una strada con la S maiuscola, ma li sono io che ormai non ce la faccio più: faccio fatica a tenere i 26 in piano, ormai ho la schiena indolenzita da tutti gli sbattimenti e le gambe sentono le due settimane di pedalate continue: ma il traguardo è a vista d'occhio e raggiungo la città di Gjirokaster una mezz'oretta prima che cada l'oscurità. Stanco morto vengo accolto dal mio couchsurfer, che in verità non mi ospita ma mi invia da due suoi amici (che non parlano nient'altro che albanese), non dopo una deliziosa (ma tutto avrebbe potuto essere delizioso, anche un pesce!) cioccolata calda con panna. Serata passata a guardare (con gli occhi mezzi chiusi) un programma albanese comico, da me compreso perfettamente, chiaro. La stanchezza è tanta, e allora arriva la decisione: mi fermo! Per un giorno ovviamente, pausa tecnica per riprendere le energie e per fare il turista a piedi, anche perchè Gjirokaster è in teoria la più bella città albanese, e non l'avevo ancora visitata! E quindi pausa! Hasta luego!

14a Tappa: Highway star

Tirana - Berat
Distanza: 124,7 km
Durata: 4 ore e 51
Media: 25,6

http://www.youtube.com/watch?v=jh0iihjANPc

Urca qua sto facendo come in Spagna, autostrada uber alles!
Beh, all'inizio avevo anche una mezza intenzione di starmene a Tirana un'altro giorno, visto che non l'avevo visitata, ma proprio tutto quel casino non lo sopportavo, e quindi nada, ho deciso di partire per Berat. Sebbene la catena me l'avessero messa a posto, continuava a dare problemi, ma visto che i negozi di biciclette erano tutti dall'altra parte della città (rispetto a dove ero io), me ne sono fregato e son partito anche se grattava sul deragliatore: insomma, mi aspettavo di fare 140 km, non potevo mica perdere mezza mattinata a cercare un negozio di biciclette! Solito casino ed inquinamento per uscire da Tirana, ed ecco che mi metto nella "meravigliosa" highway albanese in direzione di Durazzo, perchè per arrivare a Berat bisogna fare il giro dell'oca, e bisogna prima andare su e verso il mare, e poi giù e verso il centro: perchè mai costruire una strada che vada in mezzo? Ma in Albania ci son grossi problemi di strade, me ne accorgerò poi. Comunque, dopo pochi chilometri il suono della catena mi risultava parecchio e fin troppo sofferente, allorchè mi apprestai ad accingermi ad un... gommista! Oh, magari lui qualche attrezzo ce l'aveva per mettere a posto il tutto. Alla fine, dopo qualche tentativo, siamo (è) riusciti a reinserire la catena nel suo giusto giro e cosi' sono ripartito nella speranza di avere una vita pedalabile abbastanza tranquilla. E invece no! Dopo mezzo chilometro è il deragliatore che da' problemi, cioè praticamente saltava appena mettevo una marcia appena un po' dura, andavo avanti al singhiozzo, e allora sono stato costretto ad andare avanti per quasi tutto il viaggio con la terza coroncina dietro, dovevo pedalare a mulinello (invece di fare Jan Ulirch, facevo Armstrong): do palle in pianura col rapportino! Vabbe', comunque è roba che scioglie i muscoli, e mi ha fatto pure bene. L'autostrada è una palla, brutta e piena di lavori (come il resto dell'Albania, costruiscono di tutto), e la lascio appena prima di Durazzo per prenderne un'altra che va verso sud, anch'essa bruttina ma più accettabile. Finalmente la lascio e mi addentro nelle mitiche stradine di campagna albanesi: terribiliiiiiiiiiii! Una buca attacata all'altra, dossi naturali, voragini, insidie, ogni sobbalzo pregavo che la ruota non facesse pssssssssssssssss e le mie borse non si staccassero! Però, in compenso, ero in mezzo alla campagna, bella pianeggiante, senza salite, e distante da macchine ed amenità varie, ed è così che sono arrivato a Berat in poco tempo, con una buona media e con dei km in meno del previsto. Tempo che ho utilizzato per visitare la città, che è entrata subito nelle mie grazie, essendo la città albanese più bella fino questo momento: belle le case ottomane, così come anche il castello e i monti che la circondano. Tra l'altro mi sono fatto una bella scorpacciata di dolci da un simpatico pasticciere locale e un buon pita + burak al panificio, che mi hanno sfamato. Serata in compagnia di americani e vino nell'ostello (freddo, porco cane), con il giapponese che raccontava che non si trovava per niente bene in Albania, visto che tutti lo chiamavano cina, jaky chun e addirittura alcuni bambini gli hanno dato dei calci! Ahahah poveretto! Io invece sono sempre idolatrato quando passo in bicicletta e tutti mi salutano! Vabbuò, in finale di giornata apprendo che la strada che volevo fare per Gjirokaster è sterrata, e quindi dovrò fare un giro dell'oca enorme e lungo per arrivarci, ma ce la farò! Hasta pronto!